22 Maggio 2019

Quali sono le probabilità di riconquistare potenza dopo l'intervento chirurgico per il cancro alla prostata? Come è cambiata nell'ultimo decennio? Se lo è chiesto un recente studio pubblicato sulla rivista European Urology.

Recupero della funzione erettile dopo prostatectomia: cosa dicono i dati?

Quali sono le probabilità di riconquistare potenza dopo l'intervento chirurgico per il cancro alla prostata? Come è cambiata nell'ultimo decennio? Se lo è chiesto un recente studio pubblicato su European Urology.

La disfunzione erettile è la conseguenza funzionale più temuta dai pazienti che si sottopongono ad intervento chirurgico radicale per il cancro alla prostata. Se per i chirurghi oncologici è solo una componente fondamentale della ‘triade’ degli obiettivi che decretano il successo di un intervento – primo fra tutti curare il cancro, poi preservare la continenza, e, infine, mantenere la potenza -, per molti pazienti il recupero della funzione erettile è la vera misura del successo del trattamento

Data l'importanza della funzione erettile nella qualità della vita percepita dal paziente nel periodo dopo l’intervento, c'è molto interesse per l'ottimizzazione delle tecniche perioperatorie in modo da preservare l'integrità dei nervi cavernosi e per sviluppare programmi di riabilitazione farmacologici e meccanici del pene.

L'ultimo decennio in particolare ha visto numerosi progressi nelle tecniche chirurgiche e nelle terapie post intervento che sono fondamentali per il recupero della funzione erettile. Ma sarà vero? Un recente studio pubblicato su European Urology, coordinato e finanziato dal Sidney Kimmel Center for Prostate and Urologic Cancers, il National Cancer Institute e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, si è chiesto in modo specifico come fosse evoluto il recupero della funzione erettile dopo la prostatectomia radicale, e lo ha fatto passando in rassegna un folto numero di pazienti trattati nell'ultimo decennio.

I ricercatori hanno identificato 2.364 pazienti trattati con prostatectomia radicale a cielo aperto o mininvasiva in un singolo centro accademico nel periodo 2008-2015. Per mitigare il potenziale fattore di confondimento dovuto alla curva di apprendimento chirurgico sono stati presi in considerazione solo i pazienti trattati da chirurghi che avessero eseguito almeno 100 interventi. La funzione erettile è stata valutata prima e dopo l’intervento, mediante l'International Index of Erectile Function (IIEF-6) e il recupero della funzione erettile è stato definito come un punteggio IIEF-6 ≥ 24.

Dall’analisi è emerso che, dopo la prostatectomia radicale, il tasso di recupero della funzione erettile era del 27% a distanza di 1 anno e del 34% a 2 anni. Dall’analisi generale è emerso, tuttavia, che i tassi di recupero della funzione erettile a 1 anno e a 2 anni sono diminuiti significativamente nel tempo. La probabilità di recupero della funzione erettile dopo prostatectomia radicale è risultata stabile nel tempo.

Va tenuto presente che l'età del paziente al momento dell’intervento è aumentata (di 0,5 anni ogni anno) con un conseguente rischio di comorbidità e una comprensibile diminuzione nel punteggio di riferimento IIEF-6 (di 0,35 punti all'anno). Si tratta, infine, di risultati che riguardano un unico centro, seppure ad alto volume, che sembrano suggerire come, nonostante i progressi nella cura chirurgica e postoperatoria, i risultati in termine di funzione erettile dopo prostatectomia radicale non sarebbero migliorati nell'ultimo decennio. Sono necessari ulteriori sforzi per migliorare la cura del paziente dopo la prostatectomia radicale e sono necessari studi più ampi che possano valutare i progressi.

FONTI

Capogrosso P, Vertosick E et al. Are We Improving Erectile Function Recovery After Radical Prostatectomy? Analysis of Patients Treated over the Last Decade. Eur Urology 2019; 75: 221-228. doi: https://doi.org/10.1016/j.eururo.2018.08.039

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