I dati di uno studio internazionale, presentato in occasione del Congresso dell’American Association for Cancer Research (AACR), mostrano i tassi di incidenza e mortalità per cancro alla prostata stabili o in decrescita in diversi paesi del mondo.
Incidenza e mortalità stabili o in calo per il cancro alla prostata
L'incidenza del cancro alla prostata e i tassi di mortalità sono più bassi o stabili nella maggior parte del mondo; negli Stati Uniti, in particolare, si è osservato il più grande calo nel numero di casi registrati. È quanto ci dicono i dati di uno studio presentato in occasione dell’Annual Meeting della American Association for Cancer Research (AACR).
Nonostante il trend positivo, ovvero incidenza e mortalità in calo, il cancro alla prostata resta il tumore più comunemente diagnosticato e la sesta causa di morte tra gli uomini, spiega MaryBeth Freeman, a capo della ricerca e senior associate scientist presso la Surveillance Research dell’American Cancer Society di Atlanta. «Precedenti studi hanno mostrato variazioni significative nei tassi relativi al cancro alla prostata, dovuti a diagnosi più accurate, maggiore disponibilità dei trattamenti e fattori genetici», ha dichiarato Freeman. «Comparando i tassi provenienti dai diversi paesi, possiamo valutare le differenze a livello di diagnosi e i miglioramenti a livello di terapia».
Anche se lo studio ha potuto contare su dati variabili tra diversi paesi - ad esempio, alcuni paesi hanno potuto raccogliere solo dati da determinate aree geografiche, mentre altri della nazione intera – la mole di informazioni disponibili ha permesso ai ricercatori di avere un ritratto abbastanza completo dell'incidenza e della mortalità del tumore alla prostata in tutto il mondo.
I ricercatori hanno, infatti, esaminato i modelli di incidenza e mortalità del cancro alla prostata nei cinque continenti, utilizzando gli International Agency for Research on Cancer and mortality data, i più recenti dati sull'incidenza del cancro provenienti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Hanno potuto esaminare le tendenze a lungo termine, dal 1980 al 2012, per i 38 paesi che hanno fornito dati "di alta qualità" (accurati, tempestivi e completi) e le tendenze a breve termine nei 44 paesi che hanno fornito dati di incidenza e nei 71 paesi che hanno fornito dati di mortalità. I dati a breve termine, che i ricercatori hanno potuto esaminare, sono relativi ad un periodo di cinque anni che è leggermente diverso tra le nazioni, ma il più delle volte hanno riguardato l’andamento nel periodo 2008-2012.
Cancro alla prostata: dati di incidenza e mortalità
Partendo dai 44 paesi esaminati per i dati di incidenza, i tassi di cancro alla prostata durante i cinque anni più recenti sono apparsi più elevati in quattro paesi, con la Bulgaria che ha mostrato l’aumento più significativo. I tassi sono diminuiti in ben sette paesi, con gli Stati Uniti che hanno mostrato il dato migliore. Nei restanti 33 paesi le percentuali si sono mantenute stabili.
Tra i 71 paesi analizzati per i tassi di mortalità, i tassi sono apparsi diminuiti in 14 paesi, più alti in tre paesi e stabili in 54 paesi. Anche se i dati danno un segnale positivo, resta il fatto che a livello globale, a partire dal 2012, il cancro alla prostata è stato il tumore più comunemente diagnosticato in 96 paesi e la principale causa di morte in 51 paesi.
Guardando più da vicino i numeri che arrivano dalla ricerca vediamo che nell’ultimo quinquennio:
Incidenza e mortalità nel cancro alla prostata: commenti degli autori
La Freeman e i suoi colleghi sono stati sorpresi e contenti nel constatare che molti paesi hanno raggiunto una stabilità nei tassi relativi al tumore prostatico. La buona notizia è, dunque, che i tassi di incidenza e mortalità non sono aumentati durante il periodo esaminato. Naturalmente gli esperti si augurano che nei prossimi anni sempre più nazioni possano passare da un dato di stabilità al decremento di incidenza e mortalità. Secondo la ricercatrice i dati di questo studio hanno confermato gli effetti dello screening per l’antigene prostatico specifico (o PSA). Spiega la Freeman come, ad esempio, negli Stati Uniti, anche per il ricorso al test del PSA, i tassi di incidenza del cancro alla prostata siano aumentati dagli anni '80 ai primi anni '90, per poi decrescere nel periodo che va dalla metà degli anni 2000 fino al 2015. «Questo tipo di screening è meno disponibile nei paesi a basso reddito, contribuendo a che le diagnosi del tumore avvengano nelle sue fasi più avanzate con tassi più elevati di mortalità», ha affermato la studiosa.
Ma il test del PSA è sempre necessario? La ricercatrice ha ricordato anche come alcuni paesi abbiano in previsione di ridimensionare il ricorso allo screening del PSA, poiché si ritiene che possa portare a troppe diagnosi e sovra-trattamenti di quei casi di tumore alla prostata che non diventerebbero mai sintomatici. «In generale, i pazienti dovrebbero essere messi nelle condizioni di avere una discussione informata con i propri medici circa i benefici e rischi dello screening tramite PSA per il cancro alla prostata», ha precisato. «Per questo motivo gli studi futuri dovrebbero monitorare l'impatto della riduzione dei test del PSA in diversi paesi».
Prostate Cancer Incidence and Mortality Have Declined in Most Countries, American Association for Cancer Research, Comunicato stampa del 04 Febbraio 2019.
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