15 Ottobre 2018

Curare la prostata significa anche vivere bene la propria sessualità, significa anche poter mantenere una fertilità fino a un’età più avanzata.

Risponde:

Marco De Sio

Direttore U.O. di Urologia Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Curare la prostata significa anche vivere bene la propria sessualità, significa anche poter mantenere una fertilità fino a un’età più avanzata. La prostata ha un ruolo centrale nella qualità di vita del paziente per quanto riguarda la sfera sessuale, che noi dobbiamo sicuramente sforzarci di poter conservare anche ogni qual volta abbiamo la necessità di dover instaurare una terapia. Proprio perché i problemi prostatici, poi, avvengono in un’età adulta, quando esistono già dei problemi più o meno importanti di disfunzione erettile che possono essere associati alla presenza di un diabete, alla presenza di una ipertensione, alla presenza di una elevazione dei valori di colesterolo, all’aumento del peso corporeo, l’attività sessuale che noi possiamo conservare dopo un intervento medico chirurgico dipende molto da quelle che sono le condizioni del paziente prima di effettuare la terapia che noi possiamo consigliare. Per quanto riguarda il problema specifico, dipende poi da quello che è lo stadio, nel caso del tumore della prostata, lo stadio al momento del tumore. Per stadio che cosa intendiamo? Quanto è grande il tumore, se è localizzato all’interno della ghiandola prostatica o se già ne ha superato i margini.

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Quanto è importante il ruolo del caregiver nella gestione della malattia?

Il caregiver, la figura di supporto che molti pazienti hanno, è estremamente importante, sia sotto l’aspetto logistico e organizzativo, sia dal punto di vista psicologico: avere qualcuno su cui poter contare nel percorso della malattia è fondamentale.