In cosa consiste la prevenzione per il tumore alla prostata? Leggi l’articolo per approfondire lo stile di vita da seguire e gli esami da fare.
Prevenzione primaria: alimentazione e sport
A differenza di ciò che avviene per altri tumori, non esiste una prevenzione primaria specifica per il carcinoma prostatico. Come per tutti i tumori, sicuramente fumo e abuso di alcol sono pericolosi così come un'alimentazione non corretta. Mangiare in modo sano è ovviamente importante: a scopo preventivo la riduzione del consumo di carni rosse e di cibi grassi ha un impatto importante nella prevenzione oncologica in generale. È utile mangiare porzioni non troppo grandi: l'incidenza del cancro alla prostata è più alta nei Paesi sviluppati in cui il cibo a disposizione è abbondante, nonché di tipo industriale.
La dieta mediterranea, alleata della prevenzione
In questo senso la dieta mediterranea resta un riferimento cardine della prevenzione del carcinoma prostatico: come noto, si fonda su un buon consumo di frutta, verdura e cereali integrali, ridotte quantità di poca carne e molto pesce. In particolare tra gli alimenti ricchi di fibre più indicati nella prevenzione ci sono quelli che presentano buone quantità di licopene, un potente antiossidante. Tra questi spicca il pomodoro.
Alcuni studi mostrano inoltre come una riduzione di prodotti lattiero-caseari è indicata nella prevenzione del tumore alla prostata: l’assunzione di più di due grammi al giorno di calcio è collegata a un aumento del rischio della malattia. Il calcio regola infatti il metabolismo della vitamina D, a cui sono sensibili le cellule della prostata nel loro sviluppo.
Lo sport per prevenire
Fondamentale anche l’attività fisica, necessaria a prevenire l'obesità che di tutti i tumori è un importante fattore di rischio. I chili in eccesso sono pericolosi in particolare per il tumore alla prostata in quanto causa di squilibri ormonali che espongono alla malattia.
Lo stile di vita sana funziona: lo studio
A supporto dei potenziali benefici di uno stile di vita sano nella prevenzione del carcinoma prostatico c'è uno studio presentato nel 2021 al congresso dell’American Association for Cancer Research e condotto su uomini con un alto rischio familiare di sviluppare la patologia. La probabilità per questi uomini di incorrere in una forma particolarmente aggressiva del tumore è risultata infatti più bassa quando questi adottano abitudini e comportamenti sani. In particolare la probabilità di morte è più bassa negli uomini che controllano il peso corporeo, fanno più attività fisica, si astengono dal fumo, mangiano maggiori quantità di alimenti protettivi come il pomodoro e il pesce e consumano poca carne lavorata. Dallo studio è emerso che questo stile di vita sano è associato, negli uomini con più alto rischio genetico, a un’incidenza cumulativa per tutta la vita di cancro della prostata letale del 3 per cento, inferiore cioè a quella degli uomini che conducono uno stile di vita meno sano (6 per cento) e di fatto in linea con quello della popolazione sana.
La prevenzione secondaria: esame del PSA
La prevenzione secondaria, invece, consiste nel rivolgersi al medico se si ha familiarità per la malattia o se sono presenti fastidi urinari. Gli uomini oltre i 50 e quelli oltre i 45 con familiarità, in particolare, dovrebbero sottoporsi annualmente alla visita urologica e, se il medico lo prescrive, al dosaggio del PSA. L'antigene prostatico specifico è una
proteina prodotta a livello prostatico ed eliminata nel liquido seminale e, in minima parte, nel circolo sanguigno. Definito "indicatore d’organo", il valore del PSA restituisce informazioni sulla salute della prostata. Va però sottolineato che non si tratta di un marker specifico che indica la presenza di un tumore: un suo incremento può essere registrato infatti anche in presenza di un’infezione, di un'infiammazione o di un'iperplasia prostatica benigna. Tuttavia la sua valutazione resta utile per impostare eventuali ulteriori indagini: è infatti ormai chiaro come la diagnosi precoce permetta più elevati tassi di guarigione.
I controlli dopo il tumore
La prevenzione, infine, riguarda anche i pazienti che hanno già avuto una diagnosi di carcinoma prostatico: dopo la guarigione, l'oncologo pianifica infatti controlli periodici destinati a prevenire recidive e a monitorare gli effetti collaterali delle terapie. Durante questa fase, detta di follow up, vengono eseguite visite, controlli con metodologie di imaging ed esami di diverso tipo con cadenze stabilite in funzione di diversi fattori. Accanto a questo, gli stili di vita e l'alimentazione continuano a rivestire un ruolo importante. Oltre a bandire fumo e alcol, il paziente deve continuare a nutrirsi in modo corretto. Chi ha avuto un carcinoma prostatico mostra infatti una perdita di peso conseguente a un’alimentazione insufficiente per mancanza di appetito e per fattori psicofisici legati a malattia e terapie. Questa condizione va prevenuta e contrastata: il mantenimento del peso e della massa muscolare consente infatti di ritrovare e mantenere una buona qualità di vita.
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Tumore alla prostata – Prevenzione, Humanitas Gavazzeni, https://www.gavazzeni.it/enciclopedia/prevenzione/tumore-alla-prostata-prevenzione/
Tumore della prostata, Airc, https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-della-prostata
"Tumore della prostata", Fondazione Veronesi Magazine, https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/tools-della-salute/glossario-delle-malattie/tumore-della-prostata
"Tumore della prostata: quanto conta lo stile di vita?", Fondazione Veronesi Magazine, https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/tumore-della-prostata-quanto-conta-lo-stile-di-vita
"Tumore prostata. Stile di vita sano protegge contro forme letali negli uomini ad alto rischio genetico", Quotidiano Sanità, https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=94594
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